Pier Paolo Pasolini
(Bologna 5 marzo 1922 - Ostia 2 novembre 1975)
Le ceneri di Gramsci
(1954)
I
Non è di maggio questa impura aria
Non è di maggio questa impura aria
che il buio giardino straniero
fa ancora più buio, o l’abbaglia
fa ancora più buio, o l’abbaglia
con cieche schiarite …
questo cielo
di bave sopra gli attici giallini
che in semicerchi immensi fanno velo
di bave sopra gli attici giallini
che in semicerchi immensi fanno velo
alle curve del Tevere, ai
turchini
monti del Lazio… Spande una mortale
pace, disamorata come i nostri destini,
monti del Lazio… Spande una mortale
pace, disamorata come i nostri destini,
tra le vecchie muraglie
l’autunnale
maggio. In esso c’è il grigiore del mondo;
la fine del decennio in cui appare
maggio. In esso c’è il grigiore del mondo;
la fine del decennio in cui appare
tra le macerie finito il
profondo
e ingenuo sforzo di rifare la vita;
il silenzio, fradicio e infecondo…
e ingenuo sforzo di rifare la vita;
il silenzio, fradicio e infecondo…
Tu giovane, in quel maggio
in cui l’errore
era ancora vita, in quel maggio italiano
che alla vita aggiungeva almeno ardore;
era ancora vita, in quel maggio italiano
che alla vita aggiungeva almeno ardore;
Tu Gramsci, meno sventato e
più sano
dei nostri padri – non padre. Ma umile
fratello – già con la tua magra mano
dei nostri padri – non padre. Ma umile
fratello – già con la tua magra mano
delineavi l’ideale che
illumina
(ma non per noi: tu, morto, e noi
morti ugualmente, con te, nell’umido
(ma non per noi: tu, morto, e noi
morti ugualmente, con te, nell’umido
giardino) questo silenzio.
Non puoi,
lo vedi?, che riposare in questo sito
estraneo, ancora confinato. Noia
lo vedi?, che riposare in questo sito
estraneo, ancora confinato. Noia
patrizia ti è intorno. E,
sbiadito,
solo ti giunge qualche colpo d’incudine
dalle officine di Testaccio, sopito
solo ti giunge qualche colpo d’incudine
dalle officine di Testaccio, sopito
nel vespro: tra misere
tettoie, nudi
mucchi di latta, ferrivecchi, dove
cantando vizioso un garzone già chiude
mucchi di latta, ferrivecchi, dove
cantando vizioso un garzone già chiude
la sua giornata, mentre
intorno spiove.
II
Tra i due mondi, la tregua,
i cui non siamo.
Scelte, dedizioni…. altro suono non hanno
ormai che questo del giardino gramo
Scelte, dedizioni…. altro suono non hanno
ormai che questo del giardino gramo
e nobile, in cui caparbio
l’inganno
che tuttavia la vita resta nella morte.
Nei cerchi dei sarcofaghi non fanno
che tuttavia la vita resta nella morte.
Nei cerchi dei sarcofaghi non fanno
che mostrare la superstite
sorte
di gente laica le laiche iscrizioni
in queste grige pietre, corte
di gente laica le laiche iscrizioni
in queste grige pietre, corte
e impotenti. Ancora di
passioni
sfrenate senza scandalo son arse
le ossa dei miliardari di nazioni
sfrenate senza scandalo son arse
le ossa dei miliardari di nazioni
più grandi; ronzano, quasi
mai scomparse,
le ironie dei principi, dei pederasti,
i cui corpi sono nell’urne sparse
le ironie dei principi, dei pederasti,
i cui corpi sono nell’urne sparse
inceneriti e non ancora
casti.
Qui il silenzio della morte è fede
di un civile silenzio di uomini rimasti
Qui il silenzio della morte è fede
di un civile silenzio di uomini rimasti
uomini, di un tedio che nel
tedio
del Parco, discreto muta:e la città
che, indifferente, lo confina in mezzo
del Parco, discreto muta:e la città
che, indifferente, lo confina in mezzo
a tuguri e a chiese, empia
nella pietà,
vi perde il suo splendore. La sua terra
grassa di ortiche e di legumi dà
vi perde il suo splendore. La sua terra
grassa di ortiche e di legumi dà
questi magri cipressi,
questa nera
umidità che chiazza i muri intorno
a smorti ghirigori di bosso, che la sera
umidità che chiazza i muri intorno
a smorti ghirigori di bosso, che la sera
rasserenando spegne in
disadorni
sentori d’alga…. quest’erbetta stenta
e inodora, dove violetta si sprofonda
sentori d’alga…. quest’erbetta stenta
e inodora, dove violetta si sprofonda
l’atmosfera, con un brivido
di menta,
o fieno marcio, e quieta vi prelude
con diurna malinconia, la spenta
o fieno marcio, e quieta vi prelude
con diurna malinconia, la spenta
trepidazione della notte.
Rude
di clima, dolcissimo di storia, è
tra questi muri il suolo in cui trasuda
di clima, dolcissimo di storia, è
tra questi muri il suolo in cui trasuda
altro suolo; questo umido
che
ricorda altro umido, e risuonano
familiari da latitudini e
ricorda altro umido, e risuonano
familiari da latitudini e
orizzonti dove inglesi
selve coronano
laghi spersi nel cielo, tra praterie
verdi come fosforici biliardi o come
laghi spersi nel cielo, tra praterie
verdi come fosforici biliardi o come
smeraldi: <<And I ye
Fountains…>> - le pie
invocazioni….
III
Uno straccetto rosso, come
quello
arrotolato al collo ai partigiani
e, presso, l’urna, sul terreno cereo,
arrotolato al collo ai partigiani
e, presso, l’urna, sul terreno cereo,
diversamente rossi, due
gerani.
Lì tu stai, bandito e con dura eleganza
non cattolica, elencato tra estranei
Lì tu stai, bandito e con dura eleganza
non cattolica, elencato tra estranei
morti: Le ceneri di
Gramsci…Tra speranza
e vecchia sfiducia, ti accosto, capitato
per caso in questa magra serra, innanzi
e vecchia sfiducia, ti accosto, capitato
per caso in questa magra serra, innanzi
alla tua tomba, al tuo
spirito restato
quaggiù tra questi liberi. ( O è qualcosa
di diverso, forse, d più estasiato
quaggiù tra questi liberi. ( O è qualcosa
di diverso, forse, d più estasiato
e anche di più umile, ebbra
simbiosi
d’adolescente di sesso con morte…)
E, da questo paese in cui non ebbe posa
d’adolescente di sesso con morte…)
E, da questo paese in cui non ebbe posa
la tua tensione, sento
quale torto
qui nella quiete delle tombe – e insieme
quale ragione – nell’inquieta sorte
qui nella quiete delle tombe – e insieme
quale ragione – nell’inquieta sorte
nostra – tu avessi stilando
le supreme
pagine nei giorni del tuo assassinio.
Ecco qui ad attestare il seme
pagine nei giorni del tuo assassinio.
Ecco qui ad attestare il seme
non ancora disperso
dell’antico dominio,
questi morti attaccati a un possesso
che affonda nei secoli il suo abominio
questi morti attaccati a un possesso
che affonda nei secoli il suo abominio
e la sua grandezza: e
insieme, ossesso,
quel vibrare d’incudini, in sordina,
soffocato e accorante – dal dimesso
quel vibrare d’incudini, in sordina,
soffocato e accorante – dal dimesso
rione – ad attestarne la
fine.
Ed ecco qui me stesso…povero, vestito
dei panni che i poveri adocchiano in vetrine
Ed ecco qui me stesso…povero, vestito
dei panni che i poveri adocchiano in vetrine
dal rozzo splendore, e che
ha smarrito
la sporcizia delle più sperdute strade,
delle panche dei tram, da cui stranito
la sporcizia delle più sperdute strade,
delle panche dei tram, da cui stranito
è il mio giorno: mentre
sempre più rade
ho di queste vacanze, nel tormento
del mantenermi in vita; e se mi accade
ho di queste vacanze, nel tormento
del mantenermi in vita; e se mi accade
di amare il mondo non è che
per violento
e ingenuo amore sensuale
così come, confuso adolescente, un tempo
e ingenuo amore sensuale
così come, confuso adolescente, un tempo
l’odiai, se in esso mi
feriva il male
borghese di me borghese: e ora, scisso
con te – il mondo, oggetto non appare
borghese di me borghese: e ora, scisso
con te – il mondo, oggetto non appare
di rancore e quasi di
mistico
disprezzo, la parte che ne ha il potere?
Eppure senza il tuo rigore, sussisto
disprezzo, la parte che ne ha il potere?
Eppure senza il tuo rigore, sussisto
perché non scelgo. Vivo nel
non volere
del tramontato dopoguerra: amando
il mondo che odio – nella sua miseria
del tramontato dopoguerra: amando
il mondo che odio – nella sua miseria
sprezzante e perso – per un
oscuro scandalo
della coscienza.
della coscienza.
IV
Lo scandalo del
contraddirmi, dell’essere
Con te e contro te; con te nel cuore,
in luce, contro te nelle buie viscere;
Con te e contro te; con te nel cuore,
in luce, contro te nelle buie viscere;
del mio paterno stato
traditore
nel pensiero, in un’ombra di azione –
mi so ad esso attaccato nel calore
nel pensiero, in un’ombra di azione –
mi so ad esso attaccato nel calore
degli istinti,
dell’estetica passione,
attratto da una vita proletaria
a te anteriore, è per me religione
attratto da una vita proletaria
a te anteriore, è per me religione
la sua allegria, non la
millenaria
sua lotta: la sua natura, non la sua
coscienza; è la forza originaria
sua lotta: la sua natura, non la sua
coscienza; è la forza originaria
dell’uomo, che nell’atto
s’è perduta,
a darle l’ebbrezza della nostalgia,
una luce poetica; ed altro più
a darle l’ebbrezza della nostalgia,
una luce poetica; ed altro più
io non so dirne, che non
sia
giusto ma non sincero, astratto
amore, non accorante simpatia…
giusto ma non sincero, astratto
amore, non accorante simpatia…
come i poveri povero, mi
attacco
come loro a umilianti speranze,
come loro per vivere mi batto
come loro a umilianti speranze,
come loro per vivere mi batto
ogni giorno. Ma nella
desolante
mia condizione di diseredato,
io possiedo: ed è il più esaltante
mia condizione di diseredato,
io possiedo: ed è il più esaltante
dei possessi borghesi, lo
stato
più assoluto. Ma come io possiedo la storia,
essa mi possiede; ne sono illuminato:
più assoluto. Ma come io possiedo la storia,
essa mi possiede; ne sono illuminato:
ma a che serve la luce?
V
Non dico l’individuale, il
fenomeno
dell’ardore sensuale e sentimentale….
altri vizi esso ha, altro è il nome
dell’ardore sensuale e sentimentale….
altri vizi esso ha, altro è il nome
e la fatalità del suo
peccare..
Ma in esso impastati quali comuni,
prenatali vizi, e quale
Ma in esso impastati quali comuni,
prenatali vizi, e quale
oggettivo peccato! Non sono
immuni
gli interni e esterni atti, che lo fanno
incarnato alla vita, da nessuna
gli interni e esterni atti, che lo fanno
incarnato alla vita, da nessuna
delle religioni che nelle
vita stanno,
ipoteca di morte, istituite
a ingannare la luce, a dar luce all’inganno.
ipoteca di morte, istituite
a ingannare la luce, a dar luce all’inganno.
Destinate a esser
seppellite
le sue spoglie al Verano, è cattolica
la sua lotta con esse: gesuitiche
le sue spoglie al Verano, è cattolica
la sua lotta con esse: gesuitiche
le manie con cui dispone il
cuore;
e ancor più dentro: ha bibliche astuzie
la sua coscienza…e ironico ardore
e ancor più dentro: ha bibliche astuzie
la sua coscienza…e ironico ardore
liberale…. E rozza luce,
tra i disgusti
di dandy provinciale, di provinciale
salute… Fino alle infinite minuzie
di dandy provinciale, di provinciale
salute… Fino alle infinite minuzie
in cui sfumano, nel fondo
animale,
Autorità e Anarchia…ben protetto
dall’impura virtù e dall’ebbro peccare,
Autorità e Anarchia…ben protetto
dall’impura virtù e dall’ebbro peccare,
difendendo una ingenuità di
ossesso,
e con quale coscienza !, vive l’io; io,
vivo, eludendo la vita, con nel petto
e con quale coscienza !, vive l’io; io,
vivo, eludendo la vita, con nel petto
il senso di una vita che
sia oblio
accorante,violento,….ah come
capisco, muto nel fradicio brusio
accorante,violento,….ah come
capisco, muto nel fradicio brusio
del vento, qui dov’è muta
Roma,
tra i cipressi stancamente sconvolti,
presso te, l’anima il cui graffito suona
tra i cipressi stancamente sconvolti,
presso te, l’anima il cui graffito suona
Shelley ….Come capisco il
vortice
dei sentimenti, il capriccio ( greco
nel cuore del patrizio, nordico
dei sentimenti, il capriccio ( greco
nel cuore del patrizio, nordico
villeggiante) che lo
inghiottì nel cieco
celeste del Tirreno; la carnale
gioia dell’avventura, estetica
celeste del Tirreno; la carnale
gioia dell’avventura, estetica
e puerile: mentre prostrata
l’Italia
come dentro il ventre di un’enorme
cicala, spalanca bianchi litorali,
come dentro il ventre di un’enorme
cicala, spalanca bianchi litorali,
sparsi nel Lazio di velate
torme
di pini, barocchi, di giallognole
radure di ruchetta, dove dorme
di pini, barocchi, di giallognole
radure di ruchetta, dove dorme
col membro gonfio tra gli
stracci un sogno
goethiano, il giovincello ciociaro….
Nella maremma, scuri, di stupende fogne
goethiano, il giovincello ciociaro….
Nella maremma, scuri, di stupende fogne
d’erbasaetta in cui si
stampa chiaro
il nocciolo, pei viottoli che il buttero
della sua gioventù ricolma ignaro.
il nocciolo, pei viottoli che il buttero
della sua gioventù ricolma ignaro.
Ciecamente fragranti nelle
asciutte
curve della Versilia, che sul mare
aggrovigliato, cieco, i tersi stucchi,
curve della Versilia, che sul mare
aggrovigliato, cieco, i tersi stucchi,
le tarsie lievi della sua
pasquale
campagna interamente umana,
espone, incupita sul Cinquale,
campagna interamente umana,
espone, incupita sul Cinquale,
dipanata sotto le torride
Apuane,
i blu vitrei sul rosa…Di scogli,
frane, sconvolti, come per un panico
i blu vitrei sul rosa…Di scogli,
frane, sconvolti, come per un panico
di fragranza, nella
riviera, molle,
erta, dove il sole lotta con la brezza
a dar suprema soavità agli olii
erta, dove il sole lotta con la brezza
a dar suprema soavità agli olii
del mare…. E intorno ronza
di lietezza
lo sterminato strumento a percussione
del sesso e della luce: così avvezza
lo sterminato strumento a percussione
del sesso e della luce: così avvezza
ne è l’Italia che non ne
trema, come
morta nella sua vita: gridano caldi
da centinaia di porti il nome
morta nella sua vita: gridano caldi
da centinaia di porti il nome
del compagno i
giovinetti madidi
nel bruno della faccia, tra la gente
rivierasca, presso orti di cardi,
nel bruno della faccia, tra la gente
rivierasca, presso orti di cardi,
in luride spiaggette…
Mi chiederai tu, morto
disadorno,
d’abbandonare questa disperata
passione di essere nel mondo?
d’abbandonare questa disperata
passione di essere nel mondo?
VI
Me ne vado, ti lascio nella
sera
che, benché triste, così dolce scende
per noi viventi, con la luce cerea
che, benché triste, così dolce scende
per noi viventi, con la luce cerea
che al quartiere in
penombra si rapprende.
E lo sommuove. Lo fa diventare, vuoto,
intorno, e, più lontano, lo riaccende
E lo sommuove. Lo fa diventare, vuoto,
intorno, e, più lontano, lo riaccende
di una vita smaniosa che
del roco
rotolìo dei tram, dei gridi umani,
dialettali, fa un concerto fioco
rotolìo dei tram, dei gridi umani,
dialettali, fa un concerto fioco
e assoluto. E senti
come in quei lontani
esseri che, in vita, gridano, ridono,
in quei loro veicoli, in quei grami
esseri che, in vita, gridano, ridono,
in quei loro veicoli, in quei grami
caseggiati dove si consuma
l’infido
ed espansivo dono dell’esistenza –
quella vita non è che un brivido,
ed espansivo dono dell’esistenza –
quella vita non è che un brivido,
corporea, collettiva
presenza;
senti il mancare di ogni religione
vera; non vita, ma sopravvivenza
senti il mancare di ogni religione
vera; non vita, ma sopravvivenza
- forse più lieta della
vita - come
d’un popolo di animali, nel cui arcano
orgasmo con ci sia altra passione
d’un popolo di animali, nel cui arcano
orgasmo con ci sia altra passione
che per l’operare quotidiano:
umile fervore cui dà un senso di festa
l’umile corruzione. Quanto più è vano
umile fervore cui dà un senso di festa
l’umile corruzione. Quanto più è vano
- in questo vuoto della
storia, in questa
ronzante pausa in cui la vita tace –
ogni ideale, meglio è manifesta
la stupenda, adusta sensualità
quasi alessandrina, che tutto minia
e impuramente accende, quando qua
ronzante pausa in cui la vita tace –
ogni ideale, meglio è manifesta
la stupenda, adusta sensualità
quasi alessandrina, che tutto minia
e impuramente accende, quando qua
nel mondo, qualcosa crolla,
e si trascina
il mondo, nella penombra, rientrando
in vuote piazze, in scorate officine…
il mondo, nella penombra, rientrando
in vuote piazze, in scorate officine…
già si accendono i lumi,
costellando
Via Zagaglia, Via Franklin, l’intero
Testaccio, disadorno tra il suo grande
Via Zagaglia, Via Franklin, l’intero
Testaccio, disadorno tra il suo grande
lurido monte, i
lungoteveri, il nero
fondale, oltre il fiume, che Monteverde
ammassa o sfuma invisibile sul cielo.
fondale, oltre il fiume, che Monteverde
ammassa o sfuma invisibile sul cielo.
Diademi di lumi che si
perdono,
smaglianti, e freddi di tristezza
quasi marina….Manca poco alla cena;
smaglianti, e freddi di tristezza
quasi marina….Manca poco alla cena;
brillano i rari autobus del
quartiere,
con grappoli d’operai agli sportelli,
e gruppi di militari vanno, senza fretta,
con grappoli d’operai agli sportelli,
e gruppi di militari vanno, senza fretta,
verso il monte che cela in
mezzo a sterri
fradici e mucchi secchi d’immondizia
nell’ombra, rintanate zoccolette
fradici e mucchi secchi d’immondizia
nell’ombra, rintanate zoccolette
che aspettano irose sopra
la sporcizia
afrodisiaca: e, non lontano, tra le casette
abusive ai margini del monte, o in mezzo
afrodisiaca: e, non lontano, tra le casette
abusive ai margini del monte, o in mezzo
a palazzi, quasi a mondi,
dei ragazzi
leggeri come stracci giocano alla brezza
non più fredda, primaverile; ardenti
di sventatezza giovanile la romanesca
loro sera di maggio scuri adolescenti
fischiano pei marciapiedi, nella festa
leggeri come stracci giocano alla brezza
non più fredda, primaverile; ardenti
di sventatezza giovanile la romanesca
loro sera di maggio scuri adolescenti
fischiano pei marciapiedi, nella festa
vespertina; e scrosciano le
saracinesche
dei garages di schianto, gioiosamente,
se il buio ha resa serena la sera,
dei garages di schianto, gioiosamente,
se il buio ha resa serena la sera,
e in mezzo ai platani di
Piazza Testaccio
il vento che cade in tremiti di bufera,
è ben dolce, benché radendo i capellacci
il vento che cade in tremiti di bufera,
è ben dolce, benché radendo i capellacci
e i tufi del macello, vi si
imbeva
di sangue marcio, e per ogni dove
agiti rifiuti e odore di miseria.
di sangue marcio, e per ogni dove
agiti rifiuti e odore di miseria.
È un brusio la vita, e
questi persi
In essa la perdono serenamente,
se il cuore ne hanno pieno: a godersi
In essa la perdono serenamente,
se il cuore ne hanno pieno: a godersi
eccoli, miseri, la
sera: e potente
in essi, inermi, per essi, il mito
rinasce….
in essi, inermi, per essi, il mito
rinasce….
di chi soltanto nella
storia ha vita,
potrò mai più con pura passione operare,
se so che la nostra storia è finita?
potrò mai più con pura passione operare,
se so che la nostra storia è finita?